Quando si parla d’imprenditoria femminile in Italia, la maggior parte delle volte si tende a mostrarla come uno spaccato “debole” della nostra economia.
Che ci siano differenze abissali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria tra uomini e donne, è fin troppo chiaro.
Le agevolazioni e i fondi messi a disposizione delle donne imprenditrici sono spesso difficili da trovare e ancora più difficili da ottenere.
Cosa succede quindi?

Che le imprenditrici, come sempre, si rimboccano le maniche e fanno affidamento sulle proprie risorse.
E capita pure che, persino nei periodi duri (come dopo una pandemia), riescano a distinguersi per dei piccoli traguardi raggiunti.
È proprio di questo che voglio parlarti oggi: del come e perché le imprese femminili green e digitali si siano rivelate (dati alla mano) più competitive rispetto alle aziende non governate da donne.
Non aspettarti però solo un elenco di dati.
Perché a breve ti presenterò anche le esperienze di alcune imprenditrici che voglio farti conoscere, di cui ammiro il lavoro, e che investono ogni giorno tanto nella sostenibilità quanto nella digitalizzazione del proprio business.
1. Quante sono le donne imprenditrici in Italia?
A giugno 2022, il numero delle donne imprenditrici in Italia era di circa 1milione e 345mila, in leggero aumento rispetto a quelle registrate alla fine del 2021 (1 milione e 342mila), quando le imprese rosa corrispondevano al 22% del totale.
Investigando più a fondo nel rapporto Unioncamere sull’imprenditoria femminile nel 2021, possiamo scovare vari dati interessanti (ma non tutti confortanti, purtroppo!) sull’andamento generale post Covid-19.
Innanzitutto, verrebbe da chiedersi se le cose sono migliorate o peggiorate dopo la pandemia: diciamo che la risposta sta nel mezzo.
Perché se da un lato le imprenditrici donne in Italia sono aumentate dello 0,5% rispetto al 2020, è comunque ancora poco rispetto alla crescita che venne stata registrata nel 2019.
Qual è la buona notizia?
Che il trend è in positivo, al contrario delle imprese non femminili che invece hanno visto un calo dello 0,4% (cioè 17mila imprese in meno dal 2020 al 2021).

Qual è la cattiv(issim)a notizia?
Quanto a disparità di genere stiamo messi piuttosto male (e non solo in Italia, anche in Europa).
Nella classifica mondiale del gender gap (che include tuttavia solo 156 nazioni), casa nostra si piazza al numero 63.
(Insomma…medaglie d’oro ne conquistiamo solo nello sport al momento!)
Se invece guardiamo il quadro europeo nell’insieme, scopriamo che (cito testualmente):
“Se le previsioni di crescita venissero rispettate, nell’Europa Occidentale il gap di genere verrebbe colmato nei prossimi 52,1 anni”.
Purtroppo la virgola è al posto giusto… È proprio un 52!!
Detto questo…
Torniamo alle buone notizie (che magari ci caricano un po’).
Nel 2021 le imprese guidate da donne hanno dimostrato di essere molto più competitive rispetto a quelle “non femminili”, complice la loro maggiore propensione ad investire in due aspetti determinanti: la sostenibilità e la digitalizzazione.
(Finalmente una bella rivincita no?!)

Perché questi due ambiti sono così rilevanti per l’imprenditoria femminile?
Quali sono i motivi, i vantaggi e gli ostacoli della svolta green e digitale?
Potrei raccontarti il mio punto di vista, che probabilmente già conosci se mi segui da un po’…
O magari potrei elencarti altri dati statistici ufficiali che spieghino questa tendenza (in parte lo farò).

Ma visto che sono una grande sostenitrice delle donne e delle imprenditrici, voglio presentarti l’opinione e l’esperienza di alcune di loro in merito a queste macro-tematiche.
Bada bene…
Con questo non voglio certo dire che ciò che leggerai di seguito sia l’opinione condivisa da tutte le imprenditrici italiane.
Il mio desiderio è solo quello di raccontare esperienze personali con la speranza di ispirare, guidare e aiutare chi in questo momento (o in futuro) vuole creare la propria impresa e non sa bene che vantaggi può trarre investendo in sostenibilità e digitalizzazione.
Quindi prepara carta e penna e…
Inizia a prendere nota di tutte le idee, i nomi e le informazioni utili che troverai nei prossimi paragrafi!
2. Sostenibilità: l’importanza del green per le imprenditrici italiane.
Sebbene il 40% del totale delle imprese italiane ancora non investe nel green, va evidenziato che il 12% delle imprese femminili ha iniziato a farlo dal 2020 al 2021…
(contro solo il 9% delle imprese maschili).
Ci sono molti modi di implementare scelte green nel proprio business, e qui di seguito andiamo a vedere alcuni esempi.
Innanzi tutto, la scelta delle materie prime fa la differenza sia nell’impronta che vogliamo lasciare sull’ambiente che nel conferire un certo valore aggiunto al prodotto che si vende.
Da mamma, consumatrice e imprenditrice lo so bene.
Come lo sa bene anche Caterina: nella sua erboristeria NaturalMente Sana la sostenibilità è da sempre parte della mission; infatti usa il potere di ciò che la natura ci offre per far ritrovare il benessere, sia del corpo che dello spirito, ai suoi clienti.
Poi c’è Chiara, il cuore e le mani di Bavarin, che si prende cura delle famiglie sostenibili producendo accessori per i più piccoli, per accoglierli già dalla nascita e accompagnarli nella loro crescita. Nella sua fattoria di tessuti usa solo materiali certificati e sicuri, per l’ambiente e per chi li userà.

Alcuni prodotti che Caterina vende nella sua erboristeria NaturalMente Sana.

Lucia di For my Dog, insieme ai suoi fedeli amici, con i guinzagli e i collari sicuri (e sostenibili) fatti a mano da lei.
Se in famiglia hai anche un amico peloso a quattro zampe, devi conoscere Lucia di For my Dog: lei conosce bene il legame speciale tra uomo e cane, dove il bene dell’uno contribuisce alla serenità dell’altro; per questo produce guinzagli e collari fatti con materiali cruelty-free, non derivanti da pelli animali, come il biothane e il paracord.
Per Alessandra del B&B Amor di Lavanda, la sostenibilità è un valore fondamentale sin dalla nascita e ha un sapore speciale: quello delle colazioni che prepara per i suoi ospiti, con amore ma soprattutto ingredienti del territorio. Far rivivere la tradizione attraverso la gastronomia e preparare alimenti fatti in casa con materie prime a km 0, sono solo due dei modi con cui Alessandra unisce accoglienza e sostenibilità nel suo business.
Quando si parla di sostenibilità ed economia circolare, non possono mancare parole chiave come “riciclo” e “zero waste”.
E a questo punto…
Non posso far a meno di presentarti la mia compagna di avventure (e mercatini): Sara di Mass Shop.
Cosa fa Sara di speciale (e green)?
Bussa alla porta di aziende locali per raccogliere tessuti di fine serie o resti di campionario, che andrebbero buttati, per poi realizzare zaini e pochette comodi, belli e alla moda.
Non solo riduce al minimo gli sprechi nel suo processo produttivo, ma contribuisce a ridurre anche gli sprechi di altre imprese.
In che altro modo si possono ridurre gli sprechi in un business?
Beh, chiedetelo a Chiara, che oltre a ridurre al minimo gli scarti nella sua fattoria di tessuti, dà loro una nuova vita donandoli alle scuole del territorio; così non solo fa bene all’ambiente, ma contribuisce anche a stimolare la creatività dei più piccoli.

Sara di Mass Shop con una delle sue pochette fatte a mano e sostenibili.
Quando si parla di riciclo creativo però…
Alessandra è una vera campionessa.
Molto prima che iniziasse ad “andare di moda”, lei amava già ridare nuova vita agli oggetti di casa e a quelli tramandati da generazione in generazione.

Alessandra, la proprietaria creative e super host del B&B Amor di Lavanda.
È così che ha dato il suo tocco speciale al B&B Amor di Lavanda:
Lampade, corredi, servizi da tavola, sedie… tutto negli spazi della casa è passato tra le mani creative di Alessandra e contribuisce a donare un’atmosfera accogliente e particolare, molto apprezzata dai suoi ospiti.
Infine, ma non meno importante, è saper ridurre gli sprechi anche in fase di vendita, scegliendo imballaggi che abbiano il minimo impatto (o nullo) sull’ambiente.
Caterina di NaturalMente Sana, ad esempio, oltre a vendere prodotti a zero residui, usa anche imballaggi e contenitori riutilizzabili o riciclabili; mentre in Bavarin, Chiara consegna i suoi prodotti in un packaging dallo stile minimalista con pochissima plastica, anche se sta già valutando un’alternativa totalmente sostenibile e riutilizzabile dai suoi clienti.
L’emergenza climatica ed ambientale sono problemi talmente grandi che non possiamo più ignorare.
E proprio l’entità di queste problematiche ci porta spesso a pensare che per “curare” il mondo in cui viviamo siano necessari in primis degli interventi di grande portata…
(idea che spesso ci scoraggia, ci fa sentire inadeguati e non ci fa agire).
In realtà, credo che siano tanti piccoli gesti a fare la differenza.
È un po’ come una spiaggia: non esisterebbe senza ogni granello che, unito a tutti gli altri, forma queste magnifiche distese di sabbia.
Concludo con un consiglio di Chiara, indirizzato ad ogni donna che voglia intraprendere un business sostenibile:
“Non esiste sostenibilità perfetta,
ma tante piccole gocce e tanti piccoli passi per una Terra più pulita.
Non puntate alla perfezione,
Ma iniziate con il primo passo”.

Chara con alcuni dei suoi articoli per l’infanzia e le famiglie sostenibili, fatti a mano nella sua fattoria di tessuti: Bavarin.
2.1 Investire nella sostenibilità: i maggiori ostacoli per le imprese femminili
Fin qui ti ho presentato brevemente 5 imprenditrici e i loro business.
Un numero ristretto di esempi ma tantissime idee, trasformate in realtà dalla tenacia di queste donne che credono fermamente che fare impresa in modo sostenibile sia possibile.
Nonostante gli ostacoli (che purtroppo non sono pochi).
Ma quali sono i più comuni?
Il fattore economico è senz’altro tra i primi, che pesa in modi diversi.
Per Caterina (NaturalMente Sana) e Sara (Mass Shop) rappresentano una barriera, rispettivamente, la mancanza di risorse finanziare e la difficoltà ad accedere ad agevolazioni o fondi istituzionali.
Secondo Lucia (For my Dog), Alessandra (B&B Amor di Lavanda) e Chiara (Bavarin) anche il costo delle materie prime, spesso elevato, può supporre una barriera per chi vuole creare prodotti sostenibili e competere nel mercato.

La conoscenza è requisito fondamentale per far aumentare le iniziative a favore della sostenibilità, ma Sara, Alessandra e Chiara concordano sul fatto che non ci siano ancora sufficienti formazione e informazione riguardo questo tema.
Le loro opinioni confermano quanto emerge dal rapporto Unioncamere, che fa una distinzione fra le imprese femminili che investono già nel green e quelle che invece non lo fanno (e non hanno intenzione di farlo nel prossimo triennio).
L’insufficienza di risorse finanziarie rappresenta la prima barriera per entrambe le categorie (43% del primo gruppo di imprenditrici e 40% del secondo).
Seguono poi, nella categoria di aziende che investono nel sostenibile, i costi elevati delle materie prime e la difficoltà ad ottenere agevolazioni pubbliche, rispettivamente per il 17% e il 15%.
Tra le cause più significative che scoraggiano chi invece non investe, ci sono la mancanza di cultura (25%) e di competenze (13%) sul green.
3. Innovazione digitale: opportunità per le imprese rosa in Italia
La pandemia ci ha obbligati, volenti o dolenti, ad ampliare massicciamente l’uso della tecnologia nella nostra quotidianità.
Abbiamo dovuto aggiornare velocemente le nostre competenze tecnologiche, per svolgere il nostro lavoro o aiutare qualcuno della nostra famiglia alle prese con pc e tablet, e non sempre è stato semplice.
(Se sei una mamma immagino che l’acronimo DAD – Didattica A Distanza – ti dia il terrore!)
Detto ciò…
Ammettiamolo: la digitalizzazione, se ben implementata all’interno dell’impresa, può avere anche numerosi vantaggi.
Forse hai sentito parlare di “brand awareness”, un termine inglese usato nel marketing per indicare la “consapevolezza del brand”, intesa come la conoscenza sul mercato di un certo marchio.
È innegabile: i social network e internet hanno dato la possibilità anche alle imprese micro, piccole e medio-grandi di farsi conoscere da un pubblico sicuramente più ampio di quello che avrebbero raggiunto con i mezzi “tradizionali” e il solo negozio fisico.
Più visibilità e la comunicazione con un bacino più ampio di potenziali clienti, a prescindere dalla distanza geografica, sono due vantaggi su cui concordano tutte le imprenditrici che ti ho presentato.
Lucia, Chiara e Alessandra riconoscono, inoltre, le potenzialità dell’e-commerce e altre piattaforme per vendere i propri prodotti o servizi online (che quindi rendono il proprio business più redditizio).
E per quanto riguarda lo sviluppo personale?
La formazione online è uno dei settori più in auge dall’inizio della pandemia: forse anche tu hai avuto il desiderio di imparare qualcosa di nuovo acquistando un videocorso online, entrando in contatto con un(a) coach, o guardando un tutorial dietro l’altro su YouTube.
Insomma, la digitalizzazione anche come mezzo di aggiornamento delle proprie competenze…
Un processo che non finisce mai, come sostiene anche Alessandra che, per essere sempre più competitiva nel mercato col suo B&B Amor di Lavanda, vuole e deve imparare ancora molto.

Non è tutto oro ciò che luccica, recita il proverbio…
Tempo, impegno, conoscenze, un minimo di risorse (tecnologiche e finanziarie) e…
Moltiiiiiissima pazienza per aspettare i risultati:
Ecco il rovescio della medaglia della digitalizzazione come risorsa per le imprese femminili, e non solo.
Crescere online non è semplice.
Tra le mie amiche imprenditrici c’è chi incontra difficoltà a vendere sul web perché ancora poco competitiva, chi non riesce a far funzionare il proprio sito come vorrebbe, chi deve ancora imparare tante cose per trarre il massimo vantaggio dal digitale, chi non può investire di più per mancanza di risorse economiche e deve arrangiarsi da sé con i mezzi e le conoscenze a disposizione.
È anche vero che, secondo il rapporto Unioncamere, le imprese guidate da donne sono quelle che incontrano più ostacoli nella transizione digitale (l’80% contro il 76% delle imprese non femminili).
Anche in questo caso, come per la sostenibilità, la barriera più difficile da superare è l’insufficienza di risorse finanziare.
Per le imprese che già stanno integrando il digitale nel loro processo aziendale, i costi elevati delle tecnologie (21%) e la difficoltà a ottenere agevolazioni pubbliche (13%) sono altri problemi con cui fare i conti.
Per chi invece non investe ancora, o non vuole investire, nella transizione digitale, pesano molto la mancanza di cultura (24%) e di competenze (14%) sul digitale.
Ancora una volta, l’informazione e la formazione possono essere decisive per dare una spinta alla competitività delle aziende femminili italiane.
Bene mia cara amica…
Anche per questo mese, dal Camerino Virtuale è tutto!
Quello che puoi fare ora è entrare di corsa in Instagram e iniziare a seguire le imprenditrici che ti ho presentato in questo articolo:

Sara, se cerchi zaini e pochette sostenibili, fatti a mano e alla moda, su @masshop.it;
Caterina, se vuoi prenderti cura di te sia nel corpo che nello spirito, in modo del tutto naturale, su @naturalmentesanaerboristeria;
Chiara e la sua fattoria di tessuti, se cerchi accessori per i tuoi piccoli con la tranquillità di fare una scelta sicura e sostenibile, su @bavarin_;
Alessandra, se vuoi passare una vacanza indimenticabile nel cuore delle Marche coccolata dal fresco profumo di lavanda, su @bb_amor_di_lavanda;
Lucia, se ti sta a cuore il tuo amico a 4 zampe e vuoi rendere ancora più profondo il tuo rapporto con lui, su @for.my.dog.sg.
Fammi sapere nei commenti se questo articolo ti è piaciuto!
Al prossimo incontro, sempre qui nel Camerino Virtuale.
Con affetto,
Sabrina.
Pienamente d’accordo su tutto. I numeri del divario sono a dir poco spaventosi. Ma questo non diminuisce la voglia di fare. E noi donne sappiamo trovare la forza per non demordere. Sono imprenditrice da sempre, in settori diversi. Ho portato tutte le mie attività ad avere ottimi risultati. Sto studiando ancora sia nel settore della digitalizzazione che della crescita personale . Perché noi donne sappiamo anche fare questo: non si finisce mai di imparare .
Grazie per questo articolo